Non è possibile descrivere Attilio Diemmi a chi non ha avuto la fortuna di poterlo conoscere.

E’ un compito troppo arduo e sicuramente al di sopra delle mie possibilità.

Per questo mi sento davvero in imbarazzo, consapevole di non poter fare partecipare come vorrei chi non lo ha mai potuto conoscere, e altrettanto consapevole, verso chi l’ha conosciuto, che il personaggio era troppo vero, troppo limpido, troppo determinato, troppo disponibile per ricavarne un quadro appena sufficiente a delinearlo. L’amarezza di non aver potuto essere presente all’ultimo saluto poi mi ha davvero fatto male, perché avrei voluto essere lì, con tanti amici a cercare di trasmettere almeno una parte di quel calore e di quell’amicizia che lui ha dispensato a tutti, in questi anni di collaborazione e impegno profondo in una causa che ha abbracciato istintivamente, con tutto sé stesso.

Io non potrò mai dimenticare quando mi diceva: ” Presidente, ci penso io”. 4 parole che valevano un sigillo notarile, un impegno profondo, portato avanti con il sorriso e con il garbo tipico del suo tratto particolarmente signorile.

Attilio, quando ha conosciuto Help, ha sposato causa e persone, e dovunque è andato ha portato il nostro messaggio, e lo ha fatto con una carica e con un entusiasmo impareggiabili, trasmettendo ottimismo e fratellanza, passione e grinta.

Molto spesso nelle nostre manifestazioni Attilio è stato la voce di Help. Il tono da imbonitore, la simpatia istintiva, la carica umana lo rendevano unico e davvero unico è stato per noi, come simbolo di un’adesione incondizionata, ottimista, consapevole, dalla parte di tutti quelle centinaia di bimbi per i quali ha dato sempre  la sua instancabile disponibilità.

Attilio mancherà a tutti, mancherà ad  Angela, a Tania, mancherà al popolo di Help che ha imparato a sorridere alle sue barzellette e a farsi travolgere dalla sua carica.

Ci mancherà tremendamente.

Io ricordo molto bene i suoi primi passi in associazione, la sua soddisfazione di sentirsi tra amici, in un ambiente in cui finalmente la sua prorompente volontà di impegnarsi poteva trovare sfogo, la sua caparbietà nell’affrontare qualsiasi difficoltà, la sua capacità di trovare sempre la strada giusta.

La notizia mi ha colto in Bielorussia, tra amici, al termine di una giornata che doveva essere di riposo e che invece gli eventi avevano trasformato in una giornata di lavoro importante che ci aveva reso un poco euforici.

Tutti noi ci siamo sentiti improvvisamente svuotati, incapaci di reagire, di pensare, di capire.

Ma Attilio ci lascia una grande eredità.

E’ un’ eredità difficile, perché parla di coerenza, di onestà, di entusiasmo, di serietà, di amore gratuito, di serenità, di ottimismo, di garbo, di signorilità.

E’ un’ eredità pesante, perché siamo consapevoli che senza il suo apporto tante cose risulteranno per noi più difficili.

Ma proprio per questo, per ricordarlo sempre con noi, in mezzo ai nostri ragazzi, dobbiamo avere forza, capacità e convinzione per non cedere di un passo su una strada che fino a ieri pensavamo di percorrere insieme.

Giancarlo Veneri

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