Robot pesanti

Wedge-1
(Cuneo – 1)




Il sistema robotizzato più efficace, capace di svolgere un grande numero di lavori complessi determinati dall’esplosione della centrale di Chernobyl è costituto dall’assieme di due macchine e viene identificato come complesso di ingegneria robotica Klin-1.

La sua base tecnica viene realizzata nel 1986 attraverso il veicolo T72 ed è costituto da due veicoli, uno robotizzato che esegue i lavori ed un’unità di comando a distanza con equipaggio.

L’unità di lavoro deriva da macchine di ingegneria civile pluriattrezzate a loro volta singolarmente molto utilizzate durante l’ eliminazione dell’incidente. L’unità di controllo invece era particolarmente dotata di attrezzature di radiocomando a distanza, migliorata sotto il profilo della difesa delle radiazioni e quindi maggiormente protetta, con equipaggio composto da due persone, un autista e un operatore, derivata direttamente dal veicolo miltare di recupero BREM – 1 sviluppato sempre su telaio T72.



Il complesso Klin – 1 è stato sviluppato dall’Istituto Transmash (Project Manager Osipov AV) ed è stato utilizzato soprattutto per la decontaminazione dei territori adiacenti Chernobyl e la centrale. La semplicità del concetto progettuale ne ha permesso la realizzazione in pochi mesi.
Il mezzo robot è stato dotato di telecamere, sistemi radio, benna mordente, gru e bulldozer. La presenza di queste attrezzature ha consentito la rimozione degli strati di superficie del territorio, l’ abbattimento degli alberi morti, l’abbattimento e la rimozione di detriti di costruzioni in territori ad altissima contaminazione.
In particolare una serie di queste macchine ha smaltito la “foresta rossa”, una vasta area di alberi morti, abbattuti e sepolti a profondità superiori a 1 metro, e il complesso produttivo denominato “unità 033”.

WRI – Veicoli Blindati di Ingegneria



Queste macchine, denominate IMR (Inzhenernaya mashina razgrazhdeniya), VEICOLI BLINDATI DI INGEGNERIA, con gru telescopica di 11 ton, tenaglie, lama apripista configurabile, aratro e apparati di sminamento erano state concepite per usi militari in aree a contaminazione nucleare, batteriologica, chimica.
La derivazione tecnica è sempre quella del carro T72, opportunamente adattata e protetta per operare nelle condizioni NBC e per essere dei veri apripista per le divisioni corazzate che seguono.
La loro conformazione quindi era particolarmente adatta ad operare in prossimità della centrale e ad operare negli sgomberi dei territori adiacenti, nelle foreste, tra le macerie che è in grado di sgomberare grazie alle imponenti attrezzature in dotazione. Può operare anche sott’acqua fino alla profondità di 5 metri.
All’epoca dell’incidente la macchina era praticamente nuova perché era entrata in servizio nel 1980 e quindi fu schierata immediatamente nel maggio 1986 e potè essere operativa da subito.
Fu quindi impiegata attivamente per le operazioni di sgombero nei pressi della centrale in condizioni ambientali di contaminazione radioattiva veramente terribili. Lo sgombero e l’ analisi delle macerie del complesso reattore 4 distrutto dall’esplosione fu affidato a queste macchine che sgombrarono la zona e prepararono il terreno per la costruzione del sarcofago.
Le radiazioni ionizzanti presenti sono state stimate fino a 1000 R/h. L’equipaggio doveva fare affidamento unicamente sulla protezione che la macchina era in grado di fornire e non poteva lasciare il proprio posto per nessuna ragione.
In pratica su queste macchine si concentrò attività di sgombero, pulizia, analisi, scavi, interramento e tutte le attività di supporto alla costruzione del sarcofago, sgombero delle aree adiacenti, preparazione dei cimiteri tecnologici, ecc…

WRI-2 nella zona di Chernobyl durante le conseguenze dell'incidente






WRI-2 impegnato sul lavoro per l'eliminazione di strutture radioattive nei pressi dell’unità 4






WRI-2 sullo sfondo dell'unità distrutto 4della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986.






I lavori per costruire il muro del futuro Sarcofago







WRI in marcia nella zona di esclusione. Autore foto S. Kudinov






Foto agenzia RIA Novosti. WRI distrugge proprietà private






Al momento della liquidazione della foresta rossa il WRI è stato coinvolto nelle zone più pericolose






WRI nella zona di esclusione nel 1986.Autore foto: S. Kudinov. La foto dimostra che la macchina è dotata di schermatura supplementari dalle radiazioni




Trasporto con veicoli di emergenza ingegneria gru






Esperienza operativa del WRI nella zona di esclusione di Chernobyl

L’esperienza operativa di questa macchina fu studiata con grande attenzione. Per la prima volta fu possibile trarre una serie di conclusioni non teoriche o comunque fondate su esperienze parziali o artificiali.

La vita operativa si dimostrò durissima fin da subito e le conseguenze per i liquidatori impiegati furono terribili. La prima cosa che si comprese fu che la macchina era stata studiata per essere protetta da fonti di radiazione stimate a livello del terreno. Le condizioni operative si rivelarono molto diverse, non solamente esistevano livelli di radioattività molto alti sulle pareti e sui tetti, ma anche il coronamento degli alberi nelle foreste rendeva l’ambiente proibitivo.

I veicoli quindi montarono protezioni aggiuntive perché quelle originarie erano insufficienti.
Da un punto di vista meccanico i fermi macchina furono davvero moltissimi a causa dell’intensità del lavoro svolto, e il risultato fu considerato insoddisfacente. L’aspetto della decontaminazione fu considerato accettabile, pur in presenza di polveri radioattive rilevanti all’interno della macchina che comunque non raggiunsero livelli considerati intollerabili. In condizioni operative esterne misurate a 360R/h il livello interno raggiunse i 15 R/h.

La necessità di procedere a continue pulizie dei filtri, il lavaggio costante delle parti esterne e l’ accumulo costante di radioattività sulle parti costitutive della macchina, del motore e delle attrezzature sono stati i fattori limitanti maggiormente avvertiti e da un punto di vista tecnologico considerati come lacune significative di progetto.

Comunque la macchina disponeva di tecnologie di protezione considerate all’avanguardia rispetto alle generazioni precedenti. L’ equipaggio era composto da due persone il cui ciclo di addestramento era perfezionato in 10 giorni di training presso la fabbrica costruttrice. Il periodo era considerato anche in funzione dell’integrazione delle funzioni e dei caratteri dei membri dell’equipaggio, cui veniva attribuita molta importanza.

L’aspetto operativo non permetteva cicli di lavoro per equipaggio superiori a 12 / 15 giorni, per cui molte operazioni dovevano essere riprese da nuovi equipaggi e nuove macchine, e questo ebbe sicuramente ripercussioni sulla qualità dei lavori.

La vita operativa fu davvero difficile, gran parte delle macchine furono interrate o concentrate nelle zone apposite perché inservibili.



La maggior parte si trova nella parte meridionale della zona di esclusione intorno al complesso Rassoskha. 



PTS Ladoga
Veicolo ad alta sicurezza “Ladoga”




L’impiego di questo veicolo nelle operazioni da condurre in zone a contaminazione altissima in condizioni di sicurezza fu fondamentale, perché questa macchina si dimostrò unica nel condurre missioni in situazioni proibitive e in totale sicurezza per gli occupanti.
Essa era stata studiata per operare in zone contaminate dal punto di vista nucleare, chimico, batteriologico e le protezioni e le dotazioni di cui era fornita si dimostrarono pienamente all’altezza di tale compito, infatti per l’ uso nelle zone adiacenti alla centrale fu sufficiente fornirla di telecamere aggiuntive per l’esecuzioni di missioni con tagli fortemente esplorativi.
Non certamente a caso fu usata per portare nel cuore del problema sia esponenti del partito, del governo e delle commissioni scientifiche che studiavano la situazione da vicino.
Attraverso questo veicolo fu possibile iniziare a costruire un quadro organico della situazione a partire dal 3 maggio, giorno in cui il primo esemplare fu impiegato in zona.
Questa macchina fu studiata dalla sezione professionale KB-3 dello stabilimento di KIROV e deriva direttamente dal carro T 80.
Dal 3 maggio al 28 settembre 1986 il veicolo “Ladoga” percorse più di 4720 km in missioni attorno e dentro la centrale, frantumando in marcia ostacoli con contaminazione misurata a 1600 R/h, entrando direttamente nella sala controllo della centrale esplosa, effettuando ricognizioni dove necessario all’interno del corpo centrale.
Le ricognizioni effettuate furono filmate interamente e in base a queste missioni fu possibile iniziare una raccolta accurata dei dati e della situazione e iniziare a pianificare le operazioni di demolizione, di liquidazione e di contenimento.



Il debutto operativo del veicolo avvenne sotto la guida di S. Silaeva - Presidente della Commissione governativa per l'eliminazione dell'incidente di Chernobyl in Unione Sovietica. Frequenti furono poi le missioni del "Ladoga" con il capo del Servizio di Difesa Chimica VK Pickalov, l’Accademico Velikhov, il Ministro della costruzione Seslavskii e altri membri della commissione. 
Le doti caratteristiche di questo mezzo furono grande mobilità, alta sicurezza, capacità di lavorare per lungo tempo fornendo una protezione affidabile per l'equipaggio dalle radiazioni, da sostanze chimiche e da effetti biologici. Inoltre aveva una standard affidabile per le comunicazioni, uno standard produttivo in linea con la normale produzione militare e quindi la possibilità di essere attrezzato in modo particolare in tempi brevissimi.

Caratteristiche prestazionali del PTS "Ladoga"

La base del progetto proviene dallo chassis cingolato del carro T 80. La macchina è costituita da un corpo corazzato in cui l'equipaggio, formato da due persone, ha a disposizione un area di lavoro, aria condizionata, e sistemi supplementari di supporto alla vita in condizioni estreme, comunicazioni radio, apparecchiature di monitoraggio, di misura, registrazione di vari parametri dell'ambiente circostante, strumenti di ricerca scientifica. Il sistema di supporto alla vita in condizioni estreme è quello utilizzato nello spazio, permettendo di creare condizioni normali di lavoro in un volume completamente sigillato. 

E’ inoltre possibile il rifornimento del personale di bordo dal cilindro sopra il tetto della logistica munizioni (vano alimentatore).

Le superficie interne del guscio sono foderate con elementi di protezione NBC classici e standard per veicolo cingolati sovietici. La base è il rivestimento di isotopi di boro - 10B, caratterizzata da una elevata efficacia di cattura dei neutroni termici sezione (3x10 m2). E’ importante notare la possibilità di monitorare dall‘interno il grado di protezione fornito, valutare i valori di contaminazione e di radiazione all'interno del veicolo. 

In aggiunta allo standard di sorveglianza previsto per i veicoli cingolati, (periscopi e dispositivi di visione notturna), ci sono due videocamere.




Il propulsore è costituito da una Turbina a gas GTE-1250, 1250 cv di potenza, appositamente progettati per i veicoli cingolati NPO “Klimov” e ha la proprietà di "scrollarsi di dosso" la polvere accumulata ed espellerla attraverso parte dei flussi della turbina, caratteristica molto importante quando si opera in condizioni di contaminazione radioattiva. 
Il filtro aria fornisce aria pulita dalla polvere ad una concentrazione non superiore a 75 mg / m3, con una media di polveri all'ingresso del depuratore d'aria fino a 2,5 g / m3. 

Una ulteriore caratteristica del sistema prevede una circolazione di polvere soffiata con aria compressa dall'ugello guida palette turbina. Questo disegno del motore consente di produrre una decontaminazione rapida ed efficiente del veicolo. 

Il sistema, compatto e ben supportato, è in grado di produrre 18 kW, necessari e sufficienti per la fornitura dell’ energia elettrica a tutti i sistemi di bordo.



Peso, tonnellate

42
Equipaggio
6
Autonomia, h
48
Velocità massima, chilometri all'ora
75
Autonomia, km
330
unità di potenza, KW
18
Larghezza della macchina mm
3.525
Larghezza del nastro cingolato, mm
580
Pendenza superabile, deg
32
L'altezza di superamento ostacoli, m
1,0
Larghezza di attraversamento, m
2,85
Profondità di guado, m
1,2
Temperatura di funzionamento 0C.
da - 45-40
Altitudine, m
non più di 3000
Polverosità dell'aria, g / m3
non superiore a 2,5
Tempo di avviare il motore, min
non più di 1
Consumo di carburante in marcia, g/cv
276

Carburante motore CCD-1250:
  • principale diesel GOST 305-82, tipo I
  • ausiliario TS-1, RT GOST 10.227-86
  • benzina backup A-76 GOST 2084-76



PTS "Ladoga" - vista dall'alto 


PTS "Ladoga" – vista lato destro


PTS "Ladoga" – vista lato sinistro


PTS "Ladoga" – vista di fronte

Bulldozer cingolato BAT-M a Chernobyl



L’utilizzo del bulldozer cingolato BAT-M a seguito delle radiazioni del disastro di Chernobyl fu dovuto alle caratteristiche uniche di tale macchina. 

Equipaggiato con cabina pressurizzata, che permetteva all'equipaggio di lavorare in condizioni di sicurezza sia per le radiazioni che per aree contaminazione chimica, BAT-M è stata ampiamente utilizzata per effettuare lavori di scavo nelle zone della centrale distrutta. 

Progettato come mezzo di grande mobilità e di attrezzature complete per la rimozione di ostacoli e per il livellamento il BAT-M è stato usato per rimuovere la parte superiore di suolo, fortemente contaminato da radionuclidi. 

La tecnologia presente su BAT-M, permette la rimozione del suolo secondo lo spessore richiesto dall'operatore. In posizione di trasporto il carico viene posto in posizione baricentrica, sollevando così la pressione sulla parte anteriore e, quindi, aumenta sia la stabilità che la mobilità. 

Con la sua elevata manovrabilità nonostante un peso di 27 tonnellate, BAT-M può essere usato per lavorare qualsiasi terreno, il dispositivo passa in macchia e cespugli, fossati e trincee di riempimento, frammenti e detriti. 

Il BAT-M può essere utilizzato in terreni differenti (su neve e fango, nonché su terreni completamente sabbiosi e di terriccio sabbioso). 

Inoltre, BAT-M dotato di un verricello e un aggancio (2 tonnellate), che permette di attirare la macchina per analizzare macerie di edifici e strutture in zone di conflitto o in luoghi di incidenti.

Utilizzo del BAT-M a seguito del disastro di Chernobyl

Nel periodo immediatamente successivo l'incidente di Chernobyl, il BAT-M è stata utilizzato per la sistemazione e la decontaminazione meccanizzata delle aree adiacenti il reattore nucleare distrutto. 

Le condizioni operative nelle quali hanno dovuto lavorare i liquidatori furono terribili.
Durante le prime fasi (maggio-giugno), dopo l'incidente c'era un urgente bisogno di ridurre la dose di radiazioni in aree limitrofe a Chernobyl. il BAT-M è stata utilizzata per la rimozione del terreno vegetale e la sua sepoltura in trincee e fossati. 

Questa apparecchiatura speciale ha anche eseguito i lavori per la demolizione di edifici altamente inquinati nei villaggi della zona di esclusione - Kopàcsi e Chistogalovka. 

Una delle operazioni più importanti nella zona di esclusione, effettuate con l'impiego di BAT, è l'eliminazione e lo smaltimento di legname morto, morto da dosi letali di radiazioni, ora noto come Red Forest.


Foto BAT-M nella zona di esclusione di Chernobyl


BAT-M nei cimiteri tecnologici della zona di Chernobyl


Durante le condizioni operative i BAT-M sono stati pesantemente contaminati da radionuclidi e inviati in discarica macchine.
Uno dei cimiteri di sepoltura si trova vicino l'insediamento Rassokha abbandonato.

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